25/06/12


Il Vecchio E Il Bambino 


Un vecchio e un bambino
si preser per mano
E andarono insieme 
incontro alla sera.
La polvere rossa 
si alzava lontano
E il sole brillava
di luce non vera.
L'immensa pianura 
sembrava arrivare
Fin dove l'occhio di un uomo 
poteva guardare,
E tutto d'intorno 
non c'era nessuno
Solo il tetro contorno 
di torri di fumo.
I due camminavano, 
il giorno cadeva
Il vecchio parlava 
e piano piangeva.
Con l'anima assente,
con gli occhi bagnati
Seguiva il ricordo 
di miti passati.
I vecchi subiscon 
le ingiurie degli anni
Non sanno distinguere 
il vero dai sogni,
I vecchi non sanno, 
nel loro pensiero
Distinguer nei sogni 
il falso dal vero.
E il vecchio diceva, 
guardando lontano,
"Immagina questo 
coperto di grano,
Immagina i frutti, 
immagina i fiori
E pensa alle voci 
e pensa ai colori.
E in questa pianura 
fin dove si perde
Crescevano gli alberi 
e tutto era verde,
Cadeva la pioggia,
segnavano i soli
Il ritmo dell'uomo 
e delle stagioni."
Il bimbo ristette, 
lo sguardo era triste,
E gli occhi guardavano 
cose mai viste,
E poi disse al vecchio 
con voce sognante
"Mi piaccion le fiabe, 
raccontane altre."
raccontane altre."

30/03/12

10 BUONE RAGIONI PER COMPRARE CIBO LOCALE


Il movimento a favore del cibo locale, quello prodotto e venduto direttamente nelle aziende agricole, è in pieno sviluppo in molte parti del mondo occidentale e sta dando i suoi risultati in termini di sostegno a una agricoltura a misura umana e alla biodiversità agraria intesa come utilizzo di antiche e storiche razze e varietà, quelle che uscendo dagli schemi di prodotto da supermercato standardizzato portano più sapore e soddisfazione al palato.
Quando occasionalmente entro in un supermercato mi soffermo a guardare quelle che io definisco "facce da supermercato", facce di persone spesso altrettanto standardizzate come i cibi che mangiano. Presto vedremo tornare in circolo altre facce, quelle sicuramente più soddisfatte dei clienti di fattoria, facce da cibo locale e anche cibi con una faccia, quella dell'agricoltore che li ha prodotti e che li vende direttamente senza il diaframma della grande distribuzione organizzata.

1. Il cibo locale ha un gusto superiore - Il cibo cresciuto il più vicino possibile alla tavola dove sarà aconsumato è stato probabilmente raccolto due o tre giorni prima raggiungendo un alto grado di maturazione. È turgido, dolce e profumato. La stessa esperienza la vive chi si coltiva un orticello per conto proprio. Molti studi confermano che mediamente la distanza percorsa dai cibi dalla fattoria al piatto sono negli Stati Uniti e in Europa 1.500 km. Spesso i tempi di trasporto ritardano di una settimana dal raccolto al consumo facendo perdere freschezza e vitalità ai cibi freschi.

2. La produzione locale è migliore per te - Recenti studi mostrano che i prodotti freschi perdono velocemente i loro nutrienti. Il cibo che è surgelato o imbarattolato subito dopo la raccolta è attualmente più nutriente di quello "fresco" ma restato in giro per una settimana fra celle refrigerate e trasporti.

3. Il cibo locale salvaguardia la biodiversità agraria - Nella moderna pratica agricola le varietà coltivate sono scelte per la loro attitudine a maturare simultaneamente così da consentire la raccolta meccanica e per la loro capacità di conservarsi al lungo, magari perchè dotate di buccia più dura o maggiore quantità di cellulosa nella fibra. Quest'ultima caratteristica unita alla uniformità di pezzatura consente il superamento senza danni del processo di lavatura e confezionamento meccanizzato. Solo un pugno di ibridi F1 di ciascuna specie vegetale alimentare hanno queste caratteristiche e così solo una ristretta genetica è messa in coltivazione nelle monocolture che riforniscono il mercato.
Le fattorie che fanno invece della vendita diretta sul mercato locale necessitano invece di piante dotate di caratteristiche diametralmente opposte che possono essere trovate proprio fra le vecchie varietà storiche. Spesso esse hanno una lunga stagione produttiva, una buccia più sottile diventa un vantaggio, colori vividi alla luce naturale e il miglior sapore per il più scarso contenuto in lignina. Queste vecchie varietà contengono una genetica ereditata per centinaia di anni e selezionata naturalmente da generazioni di contadini perchè buona, produttiva e resistente. Esse sono la base genetica che ci darà la possibilità di creare varietà resistenti ai cambiamenti climatici in arrivo.

4. Il cibo locale è esente da OGM - Le multinazionali dell'agrochimica, che stanno cercando di imporre sul mercato internazionale le sementi di cereali e di ortaggi geneticamente modificati, incontrano i favori solo delle grandi fattorie latifondiste votate alle monocolture. Dalle attuali statistiche risulta che quasi il 90% degli europei vorrebbero l'etichettatura obbligatoria. Sono quindi i cittadini a desiderare cibi seminati e cresciuti secondo natura. L'acquisto in fattoria da la possibilità di controllare la buona fede di chi coltiva e di quali sementi utilizza.

5. Il cibo locale sostiene le fattorie a conduzione familiare- Solo meno del 4% degli occupati italiani lavorano in agricoltura e sono migliaia le aziende agricole che ogni anno chiudono i battenti perché le giovani generazioni non possono subentrare nella gestione per mancanza di reddito. Il prezzo dei cibi è formato attualmente solo dal 10% di proventi all'agricoltore che li ha prodotti. Il resto va a vantaggio degli intermediari e circa il 15% in spese di trasporto. Una parte rilevante del reddito di molti agricoltori è dato invece dai sussidi della Comunità Europea che sono sottoposti a graduali tagli per mancanza di fondi e che, una volta ridotti, metteranno molte fattorie nella condizione di chiudere. I contadini sono una sorta di specie a rischio. Gli agricoltori locali che possono vendere i loro prodotti in fattoria, e ottenere così un prezzo pieno, sono in grado di non dipendere da sussidi ne di essere strangolati dalla morsa del mercato, potendo così continuare a sostenere le loro famiglie, a fare il lavoro che amano e far vivere il territorio dove abitano.

6. Il cibo locale costruisce le comunità - Quando si acquista il cibo direttamente dal produttore agricolo ci si riconnette alla realtà delle cose e alle persone. Questo movimento ha dato origine a molte forme di collaborazione spontanea come l'agricoltura comunitariamente supportata, i gruppi di acquisto solidali (GAS) e i mercatini o fierucole di piazza. Grazie alla vendita diretta il cibo prende una "faccia", quella del contadino e mette in moto e in collaborazione agricoltori e cittadini, li fa incontrare e li pone in simbiosi. I bambini crescono conoscendo la provenienza dei cibi e la loro stagionalità di produzione.

7. Il cibo locale salvaguardia gli spazi aperti - Nella misura in cui la vendita diretta incrementa il valore dei prodotti di fattoria altrettanto le terre coltivate avranno sviluppo e saranno difese dall'erosione e dall'inselvatichimento. È piacevole guidare attraverso campagne ben coltivate, ricche di fioriture spontanee e di verde. La realtà invece è che nelle aree dove l'agricoltura è in abbandono le frane aumentano, le coltivazioni si rarefanno e la vita nei piccoli paesini si spegne per spopolamento. Ogni volta che si acquista cibo in fattoria, soprattutto nelle aree montane, si contribuisce a conservare il paesaggio rurale.

8. Il cibo locale contribuisce a ripianare il debito pubblico - Le fattorie danno più tasse di quanto ne richiedano allo stato sotto forma di servizi. Dove nelle aree urbane lo stato incassa € 1 di tasse ne spende € 1,17 sotto forma di servizi. Nelle aree rurali per ogni € di tasse incassate ne spenderà solo € 0.34 in servizi.

9. Il cibo locale sostiene un ambiente pulito e da vantaggi alla selvaggina - Una fattoria familiare ben gestita trova le sue risorse nel terreno fertile e nell'acqua pura. Prevenire l'erosione dei suoli con colture da sovescio e arricchire il loro contenuto in humus con delle concimazioni naturali rappresenta dunque una pratica agricola vantaggiosa. Secondo alcune stime circa il 13% delle emissioni di carbonio delle lavorazioni industriali possono essere assorbite dalla biomassa delle colture da sovescio. Inoltre l'abbandono della monocoltura per far spazio a un intreccio di differenti colture che possono comprendere fieno, frutti, ortaggi, bosco e siepi creano un perfetto sistema ecologico nel quale trova habitat la fauna selvatica.

10. Cibo locale è il futuro che auspichiamo - Sostenendo gli agricoltori che fanno vendita diretta si può dare un futuro a coloro che saranno gli agricoltori della nostra società di domani e le future generazioni avranno accesso a cibo nutriente, saporito e abbondante.

14/03/12

CIBO LOCALE


L'autoproduzione e la sperimentazione di nuove economie è una questione che interessa moltissimi.
Si sente ovunque l'urgenza di cambiare .
Il nostro obiettivo e':
- la creazione di un piccolo centro orticolo pilota diffondendo e incentivando la produzione di ortaggi di varieta' locali.
- la libera lavorazione dei prodotti contadini,(pane pasta marmellate succhi vino ecc..) informando i cittadini riguardo a un insieme di norme ingiuste che, equiparando i prodotti contadini trasformati a quelli delle grandi industrie alimentari, li rende fuorilegge.
-incoraggiare l' uilizzo, o lo scambio o la commercializzazione dei prodotti in "ECCEDENZA" dei vostri orti e giardini.
Ad esempio i grandi alberi tipo il noce o il mandorlo: mi e' capitato di vedere chili di frutta lasciati a terra a marcire . Magari preziosa per varieta' antiche; sanissima, perche' non trattata con pesticidi.Questo e' CIBO che non puo 'e non deve essere sprecato. .
-Autocertificazione di prodotto "sano".
-Stampare una Mappa del cibo locale.
Grazie alla mappa sara' possibile trovare il prodotto che si cerca, coltivato con metodo naturale biodinamico o biologico , nella fattoria più vicina. Sei agricoltore? Sei un privato con la passione dell' orto? sei un esperto raccoglitore di piante spontanee? Conosci qualcuno e lo vuoi suggerire?

SABATO 17 e DOMENICA 18 dalle 12 alle 21 a San Martino del Carso via Vicenza 9 sede Ass. Errastrana
Per parlare, dare suggerimenti.
per info 0481 92411 - 393 1068591

sito amico e suggerito:
http://www.civiltacontadina.it/modules/cibolocale1/index.php?id=3
http://www.autistici.org/campiaperti/genuino-clandestino/

22/11/11

“Come eliminare il veleno dai cibi?

“Come eliminare il veleno dai cibi?

GIuseppe Altieri: “Come eliminare il veleno dai cibi? Chiudere gli allevamenti industriali e finirla con l’agroindustria e gli OGM.. e tornare all’agricoltura naturale!”

Alimentazione vegetariana Paolo D'Arpini 12 gennaio 2011

Mentre impazza la dioxina mortale e cancerogena, le donne, invece della vita, partoriscono la Morte: 3,5% di incremento all’anno dei tumori Neonatali in Italia !!!

Diserbanti, disseccanti, Pesticidi… pieni di dioxine …OGM pieni di disseccanti in quanto sono resistenti all’irrorazione delle sostanze chimiche (Es. Roundup, prodotto che contiene sostanze segratate per brevetto… e dioxine; così come il Riso cosiddetto “Clearfields”). Pesticidi che ormai si usano solo in Italia inquinando tutte le falde (118 pesticidi presenti nelle acque potabili – fonte ISPRA Arpa – Agrisole): 37% di tutto il consumo Europeo !!! …che gli animali mangiano e bevono…. e concentrano nelle carni… Uccidendoci… dopo essere stati uccisi.

Mentre abbiamo oggi 10 miliardi di € disponibili per riconvertire tutta l’Italia alla Coltivazione Biologica attraverso i pagamenti agroambientali comunitari… che le Regioni regalano a chi compra pesticidi a volontà, chiamandola Agricoltura Integrata. Senza limiti di somma dei diversi pesticidi presenti negli alimenti (nonostante un referendum nel 1992, quando la situazione era già gravissima… oggi il consumo di pesticidi è ancora aumentato notevolmente… raddoppiato a livello mondiale, grazie anche agli OGM) E’ arrivato il punto di non ritorno… CI STANNO SUICIDANDO TUTTI !!! A fare ammazzare dall’inquinamento noi stessi e i nostri figli io non ci sto più. Si può fare qualcosa e da subito: VIETARE IMMEDIATAMENTI TUTTI I PESTICIDI AGRICOLI, IN QUANTO INUTILI E TOSSICI ATTIVARE MODIFICHE DEI PIANI DI SVILUPPO RURARE DELLE REGIONI E PAGARE GLI AGRICOLTORI BIOLOGICI, TRASFORMARE I CONSORZI AGROCHIMICI IN CONSORZI AGROECOLOGICI, ORGANIZZARE I MERCATI DIRETTI DEGLI AGRICOLTORI, CHIUDERE I SUPERMERCATI DELLA PLASTICA E DEI VELENI. Proibire tutti gli inceneritori sul suolo italiano. Eliminare la diffusione di sostanze cancerogene da parte delle aziende in base al Principio di Precauzione, al Regolamento UE Reach e ai Diritti Costituzionalmente tutelati ed inviolabili alla Salute e all’Ambiente salubre. Denunciare per procurata strage gli imprenditori che scaricano arsenico, cromo, benzene, toluene, etilbenzene e diossine nell’ambiente e i politici e i Dirigenti regionali che permettono l’uso di Pesticidi in Agricoltura con Pagamenti Agroambientali.

Un dato della dottoressa Gentili è drammatico: in Italia i tumori aumentano del 3,2% all’anno nei primi dodici mesi di vita, la morte è trasmessa ai neonati dal corpo delle loro madri. L’avvelenamento dell’aria e dell’acqua è stato tollerato come se morire di tumore fosse la cosa più naturale del mondo, ma ora la musica deve cambiare. Maledetti coloro che speculano sulla salute delle persone per fini di lucro, per indifferenza o per un pugno di voti.

AGRICOLTURA BIOLOGICA: QUESTIONE DI INTERESSE STRATEGICO NAZIONALE

Priorità e criticità nei Programmi Agroambientali europei e regionali per la tutela dei diritti inviolabili alla salute ed all’ambiente

La Fame e la Sete… dei mercanti

E’ finalmente di pubblico dominio il fatto che l’Agricoltura e la Zootecnia industriale rappresentano oggi il fattore principale di emissioni di Gas Serra (CO2, Metano, Ossidi di Azoto dalla produzione di concimi chimici, ecc), con oltre il 30% delle emissioni totali e che gli allevamenti industriali producono più CO2 (e metano) di tutti i trasporti mondiali !! Senza tener conto che, a causa della cosiddetta globalizzazione, la maggior parte dei trasporti mondiali avviene a carico di prodotti agroalimentari che solcano gli oceani in lungo e in largo.

Una marea di vere e proprie “fesserie pseudoscientifiche” vengono buttate in pasto ai mass media, seppur partendo da dati reali sulle crisi di produttività dei terreni agricoli e sugli sconvolgimenti climatici, che desertificano le terre, ma la causa principale è da imputarsi alla chimica dei Pesticidi e dei Disseccanti che distruggono l’Humus (incrementando ulteriormente i Gas Serra), e compromettono la salute degli Agricoltori e dei Consumatori.

Si vuol preparare la gente alla fame e alla sete…

…quella dei Mercanti che monopolizzano i mercati agricoli, speculando sui bisogni primari dei consumatori, mentre i prezzi pagati agli agricoltori hanno raggiunto all’ultimo raccolto, il minimo storico, con la paglia (12 €/q.le) che vale più del grano (11,5 €/q.le)… mai successo nella storia umana !!!

Come è possibile tutto ciò?

Oggi alleviamo a livello mondiale circa 8 miliardi di bovini equivalenti che mangiano almeno come 20 miliardi di persone, in fabbriche di animali piene di medicinali ed ormoni. Li nutriamo con Mais, Soia e altri prodotti e sottoprodotti agricoli e industriali (spesso OGM) che consumano più petrolio dell’energia solare fissata attraverso la fotosintesi dalle loro coltivazioni, a causa dell’agricoltura industriale, energivora e chimicizzata, che sta massacrando da 50 anni i terreni più fertili e produttivi in tutto il mondo.

In tal modo accumuliamo, in particolare nelle carni, moltissimi residui chimici, soprattutto Pesticidi… …mentre 1 miliardo di esseri umani soffrono la fame nera.

Bisogna fermarsi, anche perchè …è già troppo tardi.

E’ proprio il caso di dire …”c’è troppo cibo per poter mangiare tutti”

L’eccedenza in ogni settore agroalimentare crea crisi dei mercati e crollo dei prezzi alla produzione e tutto vantaggio degli speculatori che controllano i mercati internazionali, mettendo a rischio le sicurezze alimentari di tutti i paesi e le loro economie agricole tradizionali.

In Italia almeno 800.000 ditte di agricoltori hanno chiuso o fallito negli ultimi 10 anni (Fonte Coldiretti), con un indotto di almeno 3 milioni di posti di lavoro persi !!! (mentre ci preoccupiamo della FIAT, per poche decine di migliaia di posti di lavoro persi, che dovrebbero essere immediatamente riportati in Agricoltura, approfittando della crisi industriale).

Basterebbe puntare alla sovranità alimentare autosufficiente dei singoli popoli, attraverso l’Agroecologia e le Produzioni Biologiche Tardizionali locali, organizzate con filiere corte o dirette, dai produttori ai consumatori.

Dove se non in Italia?

Il paese più ricco del mondo in quanto a biodiversità e tradizione agroalimentare sta subendo un attacco mortale al suo patrimonio primario, Agricolo e Sementiero ed alla salute del suo popolo, con un tasso di malattie degenerative e tumorali semplicemente spaventoso.

Tanto per fare un esempio vorrei ricordare che l’80% della popolazione del Sud America riesce a nutrirsi in autosufficienza, coltivando appena il 30% dei terreni agricoli. E siamo parlando di quelli marginali e meno produttivi, di alta collina e montagna, laddove sopravvive solo l’Agricoltura tradizionale.

Lo stesso accade in India, dove vi sono, per fortuna, ancora 800 milioni di contadini tradizionali, che garantiscono la sovranità alimentare del paese, anche se milioni di tonnellate di derrate vengono distrutte nei magazzini, invece di destinarle ai poveri che non hanno soldi per mangiare.

Ed è noto (fonte FAO), che in tutti i sistemi agricoli mondiali, con l’aumentare delle superfici medie delle aziende agricole diminuisce notevolmente la produttività per ettaro di terreno, dal momento che l’industrializzazione non rende possibili le consociazioni colturali e i corretti avvicendamenti. Molti sistemi policolturali di “Agricoltura Sinergica” consentono produzioni doppie e triple di quelle industriali, risultando nel contempo protettive dell’ambiente, della salute e della fertilità dei terreni. E produttive di posti di lavoro dignitosi in una agricoltura nel contempo moderna e tradizionale, in sostanza Agroecologica.

Un paese come Cuba, ridotto alla fame nel 1989 a causa dell’embargo e dell’abbandono da parte dei sovietici, si è rimboccata le maniche e in dieci anni di “Periodo Especial” ha ricostruito un tessuto rurale che ha portato gli agricoltori dal 4 al 20% della popolazione, recuperando l’autosufficienza alimentare e sanitaria (Medicina Naturale), con sistemi di produzione biologici avanzatissimi, recuperando parzialmente anche la trazione animale. Di necessità virtù… (G. Altieri: “La rivoluzione della Naturaleza”, Mediterraneo, n° 3).

“Cibus Ecologicus in primis”

Così si diceva nella Antica Roma, per il popolo più sano e forte del mondo dell’epoca. Laddove non era necessario l’appellativo di Ecologico o Biologico, dal momento che i prodotti di sintesi semplicemente non esistevano, come d’altronde appena 50 anni fa… come ci ricorda lo splendido documentario di Enrico Bellani “Respiro di Terra”, sull’agricoltura tradizionale umbra del 1973, sottoposta al primo assedio dei Mercanti.

E non si tratta certo di rifiutare la meccanizzazione o di tornare alla zappa, anche se un grande sviluppo dell’orticoltura familiare è oggi auspicabile e di cronaca, anche grazie alla cosiddetta “crisi economica”, in realtà finanziaria, per la troppa concentrazione dei capitali in poche avide mani.

Ed allora “Mangiacomeparli”… è proprio il caso di dire. E ne abbiamo fatto anche un marchio a garanzia dei consumatori, 100% Italiano, 100% OGM Free, 100% Biologico, secondo le norme di legge. Ovvero, torniamo alla Tardizione Agroecologica basata sulla Biodiversità della nostra agricoltura.

Liberiamo l’agricoltura dall’Industria chimica dei Pesticidi, inutili e tossici, venduti da una rete fittissima di commercianti senza scrupoli, in assenza di un’assistenza tecnica indipendente (su cui la comunità europea aveva investito notevoli risorse negli anni ‘80-’90), finita purtroppo nel lavoro burocratico dei cosiddetti sindacati agricoli, che decidono in concertazione le politiche regionali.

Liberiamola dalla trasformazione agro-alimentare industriale truccata per i supermarkets… e, soprattutto, dal Commercio speculativo, che lascia agli agricoltori meno del 20% del prezzo pagato dal consumatore.

In sostanza: andiamo a far la spesa in campagna attraverso filiere corte o dirette dal produttore al consumatore; ed insegnamo ai nostri figli gli odori e i sapori veri della Natura.

In fondo, tutto questo è previsto dalle normative Europee da almeno 15 anni, con l’avvio dei Programmi Agroambientali Europei (Reg. CE 2078/92), obbligatori all’interno dei cosiddetti Piani di Sviluppo Rurale (le finanziarie agricole regionali).

Ma, come vedremo, le cose purtroppo non sono andate come i legislatori europei avevano previsto ed i recepimenti tecnico giuridici regionali, con miopia ormai cronica, hanno per lo più contrastato gli obiettivi della politica comunitaria agroambientale.

Priorità e criticità nei Programmi Agroambientali europei e regionali per la tutela dei diritti inviolabili alla salute e all’ambiente. Dal 2007 al 2013 l’Europa ha stanziato 200 miliardi di € per lo Sviluppo Rurale con priorità Agroecologica, una cifra enorme, per pagare i servizi forniti dagli agricoltori e non più solo per il semplice sostegno al reddito (il cosiddetto premio PAC), che ancora oggi utilizza enormi risorse comunitarie per pagare gli allevamenti industriali in base al numero di capi allevati, una vera follia !

Un vero e proprio “suicidio umano di massa, provocato uno sterminio animale di massa”.

Oggi in Italia abbiamo ancora oltre 17 miliardi di € da spendere per le finanziarie agricole di Sviluppo Rurale Regionali (PSR). Soldi che rischiano di tornare a Bruxelles, per mancanza di volontà di riconversione biologica dell’Agricoltura da parte delle Regioni, che non erogano pagamenti congrui e sufficienti a sostenere gli agricoltori ed allevatori biologici. Tanto che il governo pensa a un Piano Nazionale Agroambientale per lo Sviluppo Rurale, scavalcando le Regioni stesse. E ne avrebbe anche diritto, trattandosi di Ambiente e Salute (Art. 9 e 32 della Costituzione), diritti inviolabili tutelati dallo Stato e non delegati alle regioni.

Esiste l’obbligo di destinazione di almeno il 40% dei bilanci regionali dei PSR per i Pagamenti Agroambientali (con priorità fino al 60% in caso di domande di impegno quinquennale da parte degli agricoltori ed allevatori biologici). Ciò a compensare tutti i mancati redditi, i maggiori costi + il 20% per la transazione all’Agricoltura Biologica o per la “Sostituzione reale” dei Pesticidi, come prevedono i regolamenti comunitari di riferimento, obbligatori e prioritari.

E non come accaduto spessissimo per fittizie presunte riduzioni degli inputs chimici denominate impropriamente “Agricoltura Integrata”, censurate come non controllabili ne verificabili dalla Corte dei Conti Europea (in particolare con la Nota n. 3/2005). Escamotage attraverso il quale si stanno sperperando enormi risorse Agroambientali, (che dovrebbero pagare un servizio) per sostenere in realtà i redditi degli agricoltori …che acquistano Pesticidi, secondo elenchi redatti dalle regioni (Disciplinari di Agricoltura Integrata), basati su ipotesi di presunte riduzioni di impiego di pesticidi, ovvero di “lotta chimica guidata”, senza obblighi di “sostituzione” degli stessi pesticidi con tecniche biologiche e naturali oggi ampiamente disponibili sul mercato.

Disciplinari anacronistici e non scientifici, che permettono addirittura un numero di interventi chimici molto superiore a quanto normalmente praticato oggi dagli agricoltori. A tutolo di esempio la Regione Umbria ha inserito nel 2010, tra le misure agroambientali, un Pagamento per presunte riduzioni di impiego di diserbanti sul Tabacco, da 3/4 presunti a 2 interventi (quando in realtà oggi i tabacchicoltori impiegano mediamente un solo diserbo sulla coltivazione, ndr) e per altrettanto presunte riduzioni di quantità di impiego di fungicidi chimici (ovviamente non controllabili). In tal modo la Tabacchicoltura chimica ottiene un contributo doppio a quella Biologica… una contraddizione palese: e non si spiega come possa essere stata approvata dalla Commissione europea, che troppo spesso “copre” il lavoro non corretto delle regioni, puntualmente censurato dalla Corte dei Conti UE.

L’esempio del Tabacco vale ovviamente per tutti i disciplinari di Agricoltura Integrata delle diverse coltivazioni sovvenzionate attraverso pagamenti agroambeintali non conformi ed in contrasto con gli obiettivi, il cui risultato è stato addirittura negativo. In tal modo il mercato dei Pesticidi è continuamente cresciuto in Italia, superando ampiamente il 30% di tutte le vendite europee e le nostre acque sono per lo più inquinate da residui chimici oltre i limiti di legge, con ben 118 Pesticidi rilevati (Agrisole 21-27 maggio 2010, fonte ARPA – ISPRA).

Ricordo a tal proposito che secondo l’aurotevole Istituto Oncologico Ramazzini di Bologna il concetto di “soglia di tolleranza” non è corretto dal punto di vista scientifico medico, dal momento che ogni presenza di sostanze chimiche estranee al metabolismo umano naturale, provocano un rischio ad effetto mutageno, teratogeno e cancerogeno, le cui conseguenze dipendono semmai dalla attività individuale del sistema immunitario. Sarebbe pertanto più corretto partìlare di soglie di danno accettato, ovvero di “Intolleranza”, laddove i bambini sopportano oggi dosi di residui chimici molto più elevate essendo questi ultimi tarati su un corpo adulto di 60 kg di peso !!

Residui che continuano ad accumularsi nel nostro corpo da decenni, finche non saremo più in grado di sopportarli fisicamente (nonostante un referendum realizzato nel 1992, con oltre 19 milioni di voti (90% dei votanti) per l’abolizione di tale assurdità dalle norme di legge..

Tutto ciò continua ad avvenire oggi con il sostegno di Pagamenti Agroambientali inconcludenti ed artefatti, non controllabili ne verificabili, come inutilmente ci ricorda da almeno 10 anni la Corte dei Conti UE. Cose puntualmente denunciate nei servizi televisivi di Ambiente Italia (Giugno 2001) e Report Rai 3 (”Ipocrisia di Stato”, “Come Bio comanda”, di Sabrina Giannini e “Il Gene Sfigurato” di Carlo Pizzati).

E’ per tali motivi che gli agricoltori biologici in quattro regioni (Umbria, Toscana, Marche e Campania) sono ricorsi, per ora, ai Tribunali amministrativi e al Consiglio di Stato, dopo un esposto alla Corte dei Conti dell’Umbria nel 2001. Sarebbe necessario un ricorso alla Corte di Giustizia europea, nei confronti di chi consente una distorsione talmente palese delle norme Agroambientali e Costituzionali dei paesi membri.

Un attentato continuo alla Salute Umana e della Natura.

I tumori e il cancro aumentano in Italia in maniera impressionante, parallelamente al mercato dei Pesticidi (i dati del Veneto sono significativi, ndr), cosi come la spesa per la malattia, che oggi ha superato l’80% dei bilanci regionali (…e la chiamano sanità).I nostri bambini e le nostre cellule riproduttive sono più sensibili ai danni da Pesticidi, diserbanti e disseccanti “arancione”, che distruggono anche il paesaggio italiano oltre alla salute, creando dissesti idrogeologici per mancanza di copertura invernale e primaverile dei suoli. E quando piove e l’acqua si porta giù la terra nei fiumi, sulla case della gente, sui treni e nelle strade, fino alle fabbriche. Come se non bastasse si irrorano strade, piazze e palazzi con Pesticidi di sintesi verso Zanzare, Mosce e altri insetti molesti, quando esistono forme di controllo ben più efficienti, di tipo Naturale e Biologico, ampiamente diffuse, nell’indifferenza dei Sindaci e di molte USSL, attraverso un lavoro troppo spesso nascosto da parte delle ditte produttrici e distributrici di Biocidi chimici..

Attraverso il progetto denominato ad arte “Polline sicuro”, guidato dalle Multinazionali del Glifosate, si sono irrorate di disseccante GLIFOSATE tutte le strade del Bel Paese, mettendo a rischio la salute dei cittadini che passeggiano coi bambini o viaggiano in macchina. Addirittura nel novembre 2010 (vedasi ad esempio la s.s. Flaminia tra Foligno e Spoleto e l’E7), quando l’erba nemmeno cresce e i Batteri dormono per il freddo… per cui i residui dei disseccanti finiscono direttamente nelle acque, grazie alle abbondanti piogge si stagione.

I residui di tale prodotto sono rilevabili in tutte le acque sensibili analizzate, alla faccia della presunta biodegradabilità ed innocuità. Laddove un’autorevole ricerca svedese correla il Glifosate al Linfoma non Hodgkin ed altri studi a danni placentari anche a dosi infinitesime (cento volte inferiori ai limiti di legge dei residui negli alimenti).

Roba da inchiesta per le Procure della Repubblica. In Francia sono partite multe salate (oltre 1 miliardo di € per pubblicità menzognera alla Monsanto, che per anni ha indottrinato gli agricoltori e i cittadini sulla biodegradabilità e innocuità del prodotto, che molti usano addirittura nei giardini di casa !!!) ed in Argentina il prodotto è stato vietato dai tribunali (”Il Mondo secondo Monsanto”, di M.M. Robin – Arianna Editrice)… mentre in Italia …aspettiamo solo di morire?

A proposito, il Glifosate è inserito nei disciplinari di Agricoltura Integrata di tutte le regioni Italiane, con cui si erogano addirittura Pagamenti agli agricoltori che lo usano insieme a tantissimi altri pesticidi, togliendo risorse agli agricoltori biologici (come avvenuto in Toscana). Ed oggi assistiamo all’assurdo che Enti di Certificazione dell’Agricoltura Biologica, sempre in Toscana, si prestino a “controllare e verificare” ciò che non è controllabile ne verificabile, ovvero l’Agricoltura Integrata, in mancanza di obblighi di fatturazione dei Pesticidi chimici e in assenza di una ricetta che ne prescriva la vendita. Il consumatore pertanto viene ingannato con un marchio regionale rappresentato dalla bella farfallina dell’Agricoltura (dis)Integrata… Veramente un brutto esempio dell’Etica di alcuni Enti di Certificazione dell’Agricoltura Biologica in Toscana (CCPB, IMC, SUOLO E SALUTE, ICEA, BIOAGRICERT, QC&I), che farebbero bene a chiedere scusa ai consumatori ed interrompere questa “copertura oscena” di una vera e propria opera di distrazione di risorse comunitarie. Il sottoscritto ha inviato una relazione scritta fortemente critica sui disciplianri attuali, alla commissione del MIPAAF sull’Agricoltura Integrata e le procedure di controllo, sottoscritta per ora da un solo presidente di un’ente di certificazione Biologica, la BIOZOO.

I responsabili di questi attentati alla salute umana e all’ambiente sono ben noti. Ed i Sindaci potrebbero agire con divieti, in qualità di supremi tutori della Salute dei Propri cittadini, come ha fatto recentemente un Comune della Val di Non. E’ necessario sollecitare i Sindaci ad attuare il Divieto d’impiego di Pesticidi chimici di sintesi nel territorio, che va dichiarato BIOLOGICO, dal momento che l’inquinamentoda pesticidi è arrivato a livelli di bio-accumulo pericolosissimi per la salute pubblica e i Pagamenti agroambientali dovrebbero rendere il Biologico conveniente “per legge” a tutti gli agricoltori.

Fermiamo lo scempio dei Pagamenti Agroambientali per l’Agricoltura Integrata nella chimica ed i venditori indisturbati di Pesticidi chimici di sintesi. Converrebbe anche ai cosiddetti Consorzi Agrari vendere prodotti per l’Agricoltura Biologica: ci guadagnerebbero molto di più… soprattutto in un regime di corretti Pagamenti Agroambientali agli agricoltori biologici, che sarebbero ben felici di utilizzare prodotti naturali e concimi organici (anche se più costosi) invece della chimica mortale.

Gli stessi sindacati Agricoli che concertano le politiche regionali, oggi spesso in conflitto di interessi, essendo coinvolti nelle gestioni dei Consorzi Agrari che vendono prodotti chimici, potrebbero revisionare le loro politiche verso una “convergenza di interessi”, per il bene di tutti, ovvero vendendo prodotti per l’agricoltura biologica, sostenuti dai Pagamenti Agroambientali Europei.

Anche le industrie chimiche del settore, alle ultime giornate fitopatologiche nazionali a Bologna, hanno chiesto norme più chiare in Italia, sulle questioni agroambientali (Agricoltura Integrata), al fine di poter investire nella diffusione delle tecniche sostitutive dei Pesticidi chimici di sintesi.

Insomma, le stesse industrie auspicano il divieto dei Pesticidi… cosa aspettiamo?

DIETA BIOLOGICA A PREVALENZA VEGETARIANA E MEDITERRANEA: FATTI E NON PAROLE

Dobbiamo ridurre di almeno il 70% gli animali allevati al mondo. Immediatamente.

In Italia, invece di allevare 10 milioni di Unita Bovine Adulte equivalenti (UBA), ne basterebbero 3 milioni in regime di allevamento biologico.

Eliminando in tal modo la necessità di importare milioni di tonnellate di OGM e Mangimi, lungamente stoccati e ad altissimo rischio di micotossine e residui di pesticidi e conservanti.

Rimarrebbero a disposizione degli italiani ancora ben 500 grammi di carne procapite alla settimana, allevata al pascolo naturale (o qualcosa in pù in equivalenza nutrizionale, sotto forma di latte o formaggi). Più un pò di pesce fresco pescato dai mari che ci circondano per migliaia di km (con un pò di bioaccumulo di residui chimici di tutti i tipi, che purtroppo attraverso i fiumi finiscono tutti a mare, purtroppo). Se proprio non vogliamo diventare vegetariani.

Non entrate nei Supermercati, signori miei… e state bene attenti a ciò che acquistate.

Fare la spesa Biologico direttamente dagli agricoltori migliorerà la salute… del pianeta, vostra, degli agricoltori… soprattutto quella dei vostri figli, che hanno diritto al futuro.

Torniamo alla Tradizione Agroecologica e all’Artigianato dei nostri Maestri dei campi e del Vino, del Grano e del Pane …a un giusto prezzo.

La Madre Terra ha risorse abbondanti per tutti i propri figli…

…ma non potrà mai sfamare l’avidità dei pochi che non la rispettano,

in nome del dio denaro e del potere più stupido che si possa immaginare…

quello di far del male agli altri.

PIANO DI RICONVERSIONE BIOLOGICA DELL’AGRICOLTURA ITALIANA (Evitando distrazione di fondi verso una fittizia Agricoltura Integrata, concorrenziale all’Agricoltura Biologica):

- Seminativi avvicendati, Cereali e leguminose da granella: 3.000.000 Ha x 400 €/ha in media di pagamento agroambientale = 1,2 Miliadi di € (il pagamento, insufficiente, oggi previsto dalle Regioni è di circa 200 €/ha)

- Mais 800.000 ha x 600 €/ha = 0,48 miliardi di €

- Olivi: 1.000.000 ha x 500 €/ha = 0,5 Miliardi di €

- Vigneti: 700.000 € x 700 €/ha = 0,5 miliardi di €

- Frutteti: 400.000 ha x 1.500 € /ha = 0,6 miliardi di €

- Orticoltura: 200.000 ha x 2.500 €/ha = 0,5 miliardi di €

- Prati avvicendati, Pascoli e Prati Pascoli 3.500.000 di ha x 100 € ha = 0,35 miliardi di €

avanzano anche fondi per il Tabacco Biologico: 20.000 ha x 5.000 €/ha = 100 milioni di €

Totale di spesa prevista: 4 miliardi di € all’anno

Potremmo aggiungere 400 € per unita bovina adulta allevata in biologico (corrispondente a 3 maiali, 7 pecore, 100 galline, ecc) x 3.000.000 di UBA = 1,2 miliardi di €, così da liberare la zootecnia italiana dalla necessità di importare mangimi contaminati da OGM

Abbiamo ancora a disposizione oltre 17 miliradi di € da spendere, con priorità fino al 70% per i Pagamenti Agroambientali all’Agricoltura Biologica (circa 12 miliardi di € disponibili) nel periodo 2010-2013

Ovvero… possiamo riconvertire quasi tutta l’Italia al Biologico.

Oggi, non domani.

Prof. Giuseppe Altieri, Agroecologo

Docente Ordinario di Fitopatologia, Entomologia, Agricoltura Biologica

02/11/11

Acqua, Alimenti e Pesticidi


Acqua, Alimenti e Pesticidi

Il giorno 12 Novembre 2011 alle ore 20,30 presso l'Aula della Regione del Comune di Pordenone, con il Patrocinio dela Regione FVG, della Provincia di Pordenone, del Comune di Pordenone, della Rete Città Sane FVG, dell'Ordine dei Medici di Pordenone, del Dipartimento di Prevenzione dell'ASS6, si terrà una serata d'informazione dal titolo:

Acqua, Alimenti e Pesticidi

Relatori:

  • Gustavo Mazzi, Presidente ISDE-Pordenone
  • Lino Del Pup, Prof. a con. di Alimentazione in Ost. Ginecol. dell’Univ. PD, Ginecologo Oncologo CRO di Aviano
  • Luciano De Biasi, Presidente WWF Altamarca
  • Cristina Micheloni, Comitato Scientifico AIAB

Seguirà una Tavola Rotonda/Dibattito aperta al pubblico, cui hanno già dato l'adesione diversi esperti qualificati in campo nazionale.

L’ISDE Italia è l’affiliata italiana dall’Associazione Internazionale dei Medici per l’Ambiente: stimoliamo e sollecitiamo l’impegno degli altri medici e di tutti gli operatori sanitari a promuovere e proteggere la salute attraverso la salvaguardia e il miglioramento dell’ambiente, informiamo e formiamo sulle tematiche del binomio Ambiente e Salute. La gestione dell’ambiente come risorsa per la salute può essere raggiunta solo tramite la partecipazione di una comunità consapevole e lo sviluppo e la divulgazione di informazioni adeguate, affidabili ed accessibili.

Gustavo Mazzi

Presidente ISDE – Sezione Provinciale di Pordenone

c/o Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri

Viale Grigoletti 14

33170 Pordenone

cell 3338563114

20/10/11

LA FAME E LA SETE... DEI MERCANTI

AGRICOLTURA BIOLOGICA: QUESTIONE DI INTERESSE STRATEGICO NAZIONALE
Priorità e criticità nei Programmi Agroambientali europei e regionali per la tutela dei diritti inviolabili alla salute ed all'ambiente
di Giuseppe Altieri, Agroecologo

La Fame e la Sete... dei mercanti
E' finalmente di pubblico dominio il fatto che l'Agricoltura e la Zootecnia industriale rappresentano oggi il fattore principale di emissioni di Gas Serra (CO2, Metano, Ossidi di Azoto dalla produzione di concimi chimici, ecc), con oltre il 30% delle emissioni totali e che gli allevamenti industriali producono più CO2 (e metano) di tutti i trasporti mondiali !! Senza tener conto che, a causa della cosiddetta globalizzazione, la maggior parte dei trasporti mondiali avviene a carico di prodotti agroalimentari che solcano gli oceani in lungo e in largo.
Purtroppo però, ancora una marea di vere e proprie "fesserie pseudoscientifiche" vengono buttate in pasto ai mass media, seppur partendo da dati reali sulle crisi di produttività dei terreni agricoli e sugli sconvolgimenti climatici, che desertificano le terre, la cui causa principale è da imputarsi proprio alla chimica dei Pesticidi e dei Disseccanti e Diserbanti che distruggono l'Humus (incrementando ulteriormente i Gas Serra), e compromettono la salute degli Agricoltori e dei Consumatori. Distruggendo Tradizioni e Culture, Biodiversità e Territori, Economie e Sicurezze alimentari.
Si vuol preparare la gente alla fame e alla sete...
...quella dei Mercanti che monopolizzano i mercati agricoli, speculando sui bisogni primari dei consumatori, mentre i prezzi pagati agli agricoltori hanno raggiunto all'ultimo raccolto il minimo storico, con la paglia (12 €/q.le) che valeva a giugno più del grano (11,5 €/q.le)... mai successo nella storia umana !!!
Come è possibile tutto ciò?
Oggi alleviamo a livello mondiale circa 7-8 miliardi di bovini equivalenti che mangiano almeno come 20 miliardi di persone (!!), in "fabbriche di animali" piene di medicinali ed ormoni. Li nutriamo con Mais, Soia e altri prodotti e sottoprodotti agricoli, zootecnici (come la deiezione dei polli) e industriali (spesso OGM). Per produrre OGM e coltivazioni agroindustriali consumano più petrolio dell'energia solare fissata attraverso la fotosintesi dalle coltivazioni, a causa del consumo di carburanti e chimicia. mentre stiamo massacrando da 50 anni i terreni più fertili e produttivi in tutto il mondo.
Ovvero, ci stiamo mangiando l'eredità lasciata dai nostri padri, lasciando i figli senza futuro.
In tal modo accumuliamo, in particolare nelle carni, moltissimi residui chimici, soprattutto Pesticidi e diserbanti.E, mentre crolla l'aspettativa di vita sana con tassi spaventosi di Cancro sempre in più giovane età, con il 3% di incremento annuo di tumori in età neonatale (fonte Patrizia Gentilini ISDE)... 1 miliardo di esseri umani soffrono la fame nera.
Bisogna fermarsi, subito, anche perchè ...è già troppo tardi.

E' proprio il caso di dire ..."c'è troppo cibo per poter mangiare tutti"
L'eccedenza in ogni settore agroalimentare crea crisi dei mercati e crollo dei prezzi alla produzione e tutto vantaggio degli speculatori che controllano i mercati internazionali, mettendo a rischio le sicurezze alimentari di tutti i paesi e le loro economie agricole tradizionali.
In Italia almeno 800.000 ditte di agricoltori hanno chiuso o fallito negli ultimi 10 anni (Fonte Coldiretti), con un indotto di almeno 3 milioni di posti di lavoro persi !!! (mentre ci preoccupiamo della FIAT, per poche decine di migliaia di posti di lavoro persi, che dovrebbero essere immediatamente riportati in Agricoltura, approfittando proprio della crisi industriale).
Basterebbe puntare alla sovranità alimentare autosufficiente dei singoli popoli, attraverso l'Agroecologia e le Produzioni Biologiche Tardizionali locali, organizzate con filiere corte o dirette, dai produttori ai consumatori. Dove se non in Italia?
Il paese più ricco del mondo in quanto a biodiversità e tradizione agroalimentare sta subendo un attacco mortale al suo patrimonio primario, Agricolo e Sementiero ed alla salute del suo popolo, con un tasso di malattie degenerative e tumorali semplicemente spaventoso.
Tanto per fare un esempio vorrei ricordare che l'80% della popolazione del Sud America riesce a nutrirsi in autosufficienza, coltivando appena il 30% dei terreni agricoli. E siamo parlando di quelli marginali e meno produttivi, di alta collina e montagna, laddove sopravvive solo l'Agricoltura tradizionale.
Lo stesso accade in India, dove vi sono, per fortuna, ancora 800 milioni di contadini tradizionali, che garantiscono la sovranità alimentare del paese, anche se milioni di tonnellate di derrate vengono distrutte nei magazzini, invece di destinarle ai poveri che non hanno soldi per mangiare.
Ed è noto (fonte FAO), che in tutti i sistemi agricoli mondiali, con l'aumentare delle superfici medie delle aziende agricole diminuisce notevolmente la produttività per ettaro di terreno, dal momento che l'industrializzazione non rende possibili le consociazioni colturali e i corretti avvicendamenti. Molti sistemi policolturali di "Agricoltura Sinergica" consentono produzioni doppie e triple di quelle industriali, risultando nel contempo protettive dell'ambiente, della salute e della fertilità dei terreni. E produttive di posti di lavoro dignitosi in una agricoltura nel contempo moderna e tradizionale, in sostanza Agroecologica.
Un paese come Cuba, ridotto alla fame nel 1989 a causa dell'embargo e dell'abbandono da parte dei sovietici, si è rimboccata le maniche e in dieci anni di "Periodo Especial" ha ricostruito un tessuto rurale che ha portato gli agricoltori dal 4 al 20% della popolazione, recuperando l'autosufficienza alimentare e sanitaria (Medicina Naturale), con sistemi di produzione biologici avanzatissimi, recuperando parzialmente anche la trazione animale. Di necessità virtù... (G. Altieri: "La rivoluzione della Naturaleza", Mediterraneo, n° 3).

"Cibus Ecologicus in primis"
Così si diceva nella Antica Roma, per il popolo più sano e forte del mondo dell'epoca. Laddove non era necessario l'appellativo di Ecologico o Biologico, dal momento che i prodotti di sintesi semplicemente non esistevano, come d'altronde appena 50 anni fa... come ci ricorda lo splendido documentario di Enrico Bellani "Respiro di Terra", sull'agricoltura tradizionale umbra del 1973, sottoposta al primo assedio dei Mercanti.
E non si tratta certo di rifiutare la meccanizzazione o di tornare alla zappa, anche se un grande sviluppo dell'orticoltura familiare è oggi auspicabile e di cronaca, anche grazie alla cosiddetta "crisi economica", in realtà finanziaria, per la troppa concentrazione dei capitali in poche avide mani.
Ed allora "Mangiacomeparli"... è proprio il caso di dire. E ne abbiamo fatto anche un marchio a garanzia dei consumatori, 100% Italiano, 100% OGM Free, 100% Biologico, secondo le norme di legge. Ovvero, torniamo alla Tardizione Agroecologica basata sulla Biodiversità della nostra agricoltura.
Liberiamo l'agricoltura dall'Industria chimica dei Pesticidi, inutili e tossici, venduti da una rete fittissima di commercianti senza scrupoli, in assenza di un'assistenza tecnica indipendente (su cui la comunità europea aveva investito notevoli risorse negli anni '80-'90), finita purtroppo nel lavoro burocratico dei cosiddetti sindacati agricoli, che decidono in concertazione le politiche regionali.
Liberiamola dalla trasformazione agro-alimentare industriale truccata per i supermarkets... e, soprattutto, dal Commercio speculativo, che lascia agli agricoltori meno del 20% del prezzo pagato dal consumatore.
In sostanza: andiamo a far la spesa in campagna attraverso filiere corte o dirette dal produttore al consumatore; ed insegnamo ai nostri figli gli odori e i sapori veri della Natura.
In fondo, tutto questo è previsto dalle normative Europee da almeno 15 anni, con l'avvio dei Programmi Agroambientali Europei (Reg. CE 2078/92), obbligatori all'interno dei cosiddetti Piani di Sviluppo Rurale (le finanziarie agricole regionali).
Ma, come vedremo, le cose purtroppo non sono andate come i legislatori europei avevano previsto ed i recepimenti tecnico giuridici regionali, con miopia ormai cronica, hanno per lo più contrastato gli obiettivi della politica comunitaria agroambientale.

Priorità e criticità nei Programmi Agroambientali europei e regionali per la tutela dei diritti inviolabili alla salute e all'ambiente
Dal 2007 al 2013 l'Europa ha stanziato 200 miliardi di € per lo Sviluppo Rurale con priorità Agroecologica, una cifra enorme, per pagare i servizi forniti dagli agricoltori e non più solo per il semplice sostegno al reddito (il cosiddetto premio PAC), che ancora oggi utilizza enormi risorse comunitarie per pagare gli allevamenti industriali in base al numero di capi allevati, una vera follia !
Un vero e proprio "suicidio umano di massa, provocato uno sterminio animale di massa".
Oggi in Italia abbiamo ancora oltre 17 miliardi di € da spendere per le finanziarie agricole di Sviluppo Rurale Regionali (PSR). Soldi che rischiano di tornare a Bruxelles, per mancanza di volontà di riconversione biologica dell'Agricoltura da parte delle Regioni, che non erogano pagamenti congrui e sufficienti a sostenere gli agricoltori ed allevatori biologici. Tanto che il governo pensa a un Piano Nazionale Agroambientale per lo Sviluppo Rurale, scavalcando le Regioni stesse. E ne avrebbe anche diritto, trattandosi di Ambiente e Salute (Art. 9 e 32 della Costituzione), diritti inviolabili tutelati dallo Stato e non delegati alle regioni.
Esiste l'obbligo di destinazione di almeno il 40% dei bilanci regionali dei PSR per i Pagamenti Agroambientali (con priorità fino al 60% in caso di domande di impegno quinquennale da parte degli agricoltori ed allevatori biologici). Ciò a compensare tutti i mancati redditi, i maggiori costi + il 20% per la transazione all'Agricoltura Biologica o per la "Sostituzione reale" dei Pesticidi, come prevedono i regolamenti comunitari di riferimento, obbligatori e prioritari.
E non come accaduto spessissimo per fittizie presunte riduzioni degli inputs chimici denominate impropriamente "Agricoltura Integrata", censurate come non controllabili ne verificabili dalla Corte dei Conti Europea (in particolare con la Nota n. 3/2005). Escamotage attraverso il quale si stanno sperperando enormi risorse Agroambientali, (che dovrebbero pagare un servizio) per sostenere in realtà i redditi degli agricoltori ...che acquistano Pesticidi, secondo elenchi redatti dalle regioni (Disciplinari di Agricoltura Integrata), basati su ipotesi di presunte riduzioni di impiego di pesticidi, ovvero di "lotta chimica guidata", senza obblighi di "sostituzione" degli stessi pesticidi con tecniche biologiche e naturali oggi ampiamente disponibili sul mercato.
Disciplinari anacronistici e non scientifici, che permettono addirittura un numero di interventi chimici molto superiore a quanto normalmente praticato oggi dagli agricoltori. A tutolo di esempio la Regione Umbria ha inserito nel 2010, tra le misure agroambientali, un Pagamento per presunte riduzioni di impiego di diserbanti sul Tabacco, da 3/4 presunti a 2 interventi (quando in realtà oggi i tabacchicoltori impiegano mediamente un solo diserbo sulla coltivazione, ndr) e per altrettanto presunte riduzioni di quantità di impiego di fungicidi chimici (ovviamente non controllabili). In tal modo la Tabacchicoltura chimica ottiene un contributo doppio a quella Biologica... una contraddizione palese: e non si spiega come possa essere stata approvata dalla Commissione europea, che troppo spesso "copre" il lavoro non corretto delle regioni, puntualmente censurato dalla Corte dei Conti UE.
L'esempio del Tabacco vale ovviamente per tutti i disciplinari di Agricoltura Integrata delle diverse coltivazioni sovvenzionate attraverso pagamenti agroambeintali non conformi ed in contrasto con gli obiettivi, il cui risultato è stato addirittura negativo. In tal modo il mercato dei Pesticidi è continuamente cresciuto in Italia, superando ampiamente il 30% di tutte le vendite europee e le nostre acque sono per lo più inquinate da residui chimici oltre i limiti di legge, con ben 118 Pesticidi rilevati (Agrisole 21-27 maggio 2010, fonte ARPA - ISPRA).
Ricordo a tal proposito che secondo l'aurotevole Istituto Oncologico Ramazzini di Bologna il concetto di "soglia di tolleranza" non è corretto dal punto di vista scientifico medico, dal momento che ogni presenza di sostanze chimiche estranee al metabolismo umano naturale, provocano un rischio ad effetto mutageno, teratogeno e cancerogeno, le cui conseguenze dipendono semmai dalla attività individuale del sistema immunitario. Sarebbe pertanto più corretto partìlare di soglie di danno accettato, ovvero di "Intolleranza", laddove i bambini sopportano oggi dosi di residui chimici molto più elevate essendo questi ultimi tarati su un corpo adulto di 60 kg di peso !!
Residui che continuano ad accumularsi nel nostro corpo da decenni, finche non saremo più in grado di sopportarli fisicamente (nonostante un referendum realizzato nel 1992, con oltre 19 milioni di voti (90% dei votanti) per l'abolizione di tale assurdità dalle norme di legge..
Tutto ciò continua ad avvenire oggi con il sostegno di Pagamenti Agroambientali inconcludenti ed artefatti, non controllabili ne verificabili, come inutilmente ci ricorda da almeno 10 anni la Corte dei Conti UE. Cose puntualmente denunciate nei servizi televisivi di Ambiente Italia (Giugno 2001) e Report Rai 3 ("Ipocrisia di Stato", "Come Bio comanda", di Sabrina Giannini e "Il Gene Sfigurato" di Carlo Pizzati).
E' per tali motivi che gli agricoltori biologici in quattro regioni (Umbria, Toscana, Marche e Campania) sono ricorsi, per ora, ai Tribunali amministrativi e al Consiglio di Stato, dopo un esposto alla Corte dei Conti dell'Umbria nel 2001. Sarebbe necessario un ricorso alla Corte di Giustizia europea, nei confronti di chi consente una distorsione talmente palese delle norme Agroambientali e Costituzionali dei paesi membri.

Un attentato continuo alla Salute Umana e della Natura
I tumori e il cancro aumentano in Italia in maniera impressionante, parallelamente al mercato dei Pesticidi (i dati del Veneto sono significativi, ndr), cosi come la spesa per la malattia, che oggi ha superato l'80% dei bilanci regionali (...e la chiamano sanità).I nostri bambini e le nostre cellule riproduttive sono più sensibili ai danni da Pesticidi, diserbanti e disseccanti "arancione", che distruggono anche il paesaggio italiano oltre alla salute, creando dissesti idrogeologici per mancanza di copertura invernale e primaverile dei suoli. E quando piove e l'acqua si porta giù la terra nei fiumi, sulla case della gente, sui treni e nelle strade, fino alle fabbriche. Come se non bastasse si irrorano strade, piazze e palazzi con Pesticidi di sintesi verso Zanzare, Mosce e altri insetti molesti, quando esistono forme di controllo ben più efficienti, di tipo Naturale e Biologico, ampiamente diffuse, nell'indifferenza dei Sindaci e di molte USSL, attraverso un lavoro troppo spesso nascosto da parte delle ditte produttrici e distributrici di Biocidi chimici..
Attraverso il progetto denominato ad arte "Polline sicuro", guidato dalle Multinazionali del Glifosate, si sono irrorate di disseccante GLIFOSATE tutte le strade del Bel Paese, mettendo a rischio la salute dei cittadini che passeggiano coi bambini o viaggiano in macchina. Addirittura nel novembre 2010 (vedasi ad esempio la s.s. Flaminia tra Foligno e Spoleto e l'E7), quando l'erba nemmeno cresce e i Batteri dormono per il freddo... per cui i residui dei disseccanti finiscono direttamente nelle acque, grazie alle abbondanti piogge si stagione.
I residui di tale prodotto sono rilevabili in tutte le acque sensibili analizzate, alla faccia della presunta biodegradabilità ed innocuità. Laddove un'autorevole ricerca svedese correla il Glifosate al Linfoma non Hodgkin ed altri studi a danni placentari anche a dosi infinitesime (cento volte inferiori ai limiti di legge dei residui negli alimenti).
Roba da inchiesta per le Procure della Repubblica. In Francia sono partite multe salate (oltre 1 miliardo di € per pubblicità menzognera alla Monsanto, che per anni ha indottrinato gli agricoltori e i cittadini sulla biodegradabilità e innocuità del prodotto, che molti usano addirittura nei giardini di casa !!!) ed in Argentina il prodotto è stato vietato dai tribunali ("Il Mondo secondo Monsanto", di M.M. Robin - Arianna Editrice)... mentre in Italia ...aspettiamo solo di morire?
A proposito, il Glifosate è inserito nei disciplinari di Agricoltura Integrata di tutte le regioni Italiane, con cui si erogano addirittura Pagamenti agli agricoltori che lo usano insieme a tantissimi altri pesticidi, togliendo risorse agli agricoltori biologici (come avvenuto in Toscana). Ed oggi assistiamo all'assurdo che Enti di Certificazione dell'Agricoltura Biologica, sempre in Toscana, si prestino a "controllare e verificare" ciò che non è controllabile ne verificabile, ovvero l'Agricoltura Integrata, in mancanza di obblighi di fatturazione dei Pesticidi chimici e in assenza di una ricetta che ne prescriva la vendita. Il consumatore pertanto viene ingannato con un marchio regionale rappresentato dalla bella farfallina dell'Agricoltura (dis)Integrata... Veramente un brutto esempio dell'Etica di alcuni Enti di Certificazione dell'Agricoltura Biologica in Toscana (CCPB, IMC, SUOLO E SALUTE, ICEA, BIOAGRICERT, QC&I), che farebbero bene a chiedere scusa ai consumatori ed interrompere questa "copertura oscena" di una vera e propria opera di distrazione di risorse comunitarie. Il sottoscritto ha inviato una relazione scritta fortemente critica sui disciplianri attuali, alla commissione del MIPAAF sull'Agricoltura Integrata e le procedure di controllo, sottoscritta per ora da un solo presidente di un'ente di certificazione Biologica, la BIOZOO.
I responsabili di questi attentati alla salute umana e all'ambiente sono ben noti. Ed i Sindaci potrebbero agire con divieti, in qualità di supremi tutori della Salute dei Propri cittadini, come ha fatto recentemente un Comune della Val di Non. E' necessario sollecitare i Sindaci ad attuare il Divieto d'impiego di Pesticidi chimici di sintesi nel territorio, che va dichiarato BIOLOGICO, dal momento che l'inquinamentoda pesticidi è arrivato a livelli di bio-accumulo pericolosissimi per la salute pubblica e i Pagamenti agroambientali dovrebbero rendere il Biologico conveniente "per legge" a tutti gli agricoltori .
Fermiamo lo scempio dei Pagamenti Agroambientali per l'Agricoltura Integrata nella chimica ed i venditori indisturbati di Pesticidi chimici di sintesi.
Converrebbe anche ai cosiddetti Consorzi Agrari vendere prodotti per l'Agricoltura Biologica: ci guadagnerebbero molto di più... soprattutto in un regime di corretti Pagamenti Agroambientali agli agricoltori biologici, che sarebbero ben felici di utilizzare prodotti naturali e concimi organici (anche se più costosi) invece della chimica mortale.
Gli stessi sindacati Agricoli che concertano le politiche regionali, oggi spesso in conflitto di interessi, essendo coinvolti nelle gestioni dei Consorzi Agrari che vendono prodotti chimici, potrebbero revisionare le loro politiche verso una "convergenza di interessi", per il bene di tutti, ovvero vendendo prodotti per l'agricoltura biologica, sostenuti dai Pagamenti Agroambientali Europei.
Anche le industrie chimiche del settore, alle ultime giornate fitopatologiche nazionali a Bologna, hanno chiesto norme più chiare in Italia, sulle questioni agroambientali (Agricoltura Integrata), al fine di poter investire nella diffusione delle tecniche sostitutive dei Pesticidi chimici di sintesi.
Insomma, le stesse industrie auspicano il divieto dei Pesticidi... cosa aspettiamo?

DIETA BIOLOGICA A PREVALENZA VEGETARIANA E MEDITERRANEA: FATTI E NON PAROLE
Dobbiamo ridurre di almeno il 70% gli animali allevati al mondo. Immediatamente.
In Italia, invece di allevare 10 milioni di Unita Bovine Adulte equivalenti (UBA), ne basterebbero 3 milioni in regime di allevamento biologico.
Eliminando in tal modo la necessità di importare milioni di tonnellate di OGM e Mangimi, lungamente stoccati e ad altissimo rischio di micotossine e residui di pesticidi e conservanti.
Rimarrebbero a disposizione degli italiani ancora ben 500 grammi di carne procapite alla settimana, allevata al pascolo naturale (o qualcosa in pù in equivalenza nutrizionale, sotto forma di latte o formaggi). Più un pò di pesce fresco pescato dai mari che ci circondano per migliaia di km (con un pò di bioaccumulo di residui chimici di tutti i tipi, che purtroppo attraverso i fiumi finiscono tutti a mare, purtroppo). Se proprio non vogliamo diventare vegetariani.
Non entrate nei Supermercati, signori miei... e state bene attenti a ciò che acquistate.
Fare la spesa Biologico direttamente dagli agricoltori migliorerà la salute... del pianeta, vostra, degli agricoltori... soprattutto quella dei vostri figli, che hanno diritto al futuro.
Torniamo alla Tradizione Agroecologica e all'Artigianato dei nostri Maestri dei campi e del Vino, del Grano e del Pane ...a un giusto prezzo.
La Madre Terra ha risorse abbondanti per tutti i propri figli...
...ma non potrà mai sfamare l'avidità dei pochi che non la rispettano,
in nome del dio denaro e del potere più stupido che si possa immaginare...
quello di far del male agli altri.

Allegato:
PIANO DI RICONVERSIONE BIOLOGICA DELL'AGRICOLTURA ITALIANA (Evitando distrazione di fondi verso una fittizia Agricoltura Integrata, concorrenziale all'Agricoltura Biologica)

- Seminativi avvicendati, Cereali e leguminose da granella: 3.000.000 Ha x 400 €/ha in media di pagamento agroambientale = 1,2 Miliadi di € (il pagamento, insufficiente, oggi previsto dalle Regioni è di circa 200 €/ha)
- Mais 800.000 ha x 600 €/ha = 0,48 miliardi di €
- Olivi: 1.000.000 ha x 500 €/ha = 0,5 Miliardi di €
- Vigneti: 700.000 € x 700 €/ha = 0,5 miliardi di €
- Frutteti: 400.000 ha x 1.500 € /ha = 0,6 miliardi di €
- Orticoltura: 200.000 ha x 2.500 €/ha = 0,5 miliardi di €
- Prati avvicendati, Pascoli e Prati Pascoli 3.500.000 di ha x 100 € ha = 0,35 miliardi di €

avanzano anche fondi per il Tabacco Biologico: 20.000 ha x 5.000 €/ha = 100 milioni di €

Totale di spesa prevista: 4 miliardi di € all'anno

Potremmo aggiungere 400 € per unita bovina adulta allevata in biologico (corrispondente a 3 maiali, 7 pecore, 100 galline, ecc) x 3.000.000 di UBA = 1,2 miliardi di €, così da liberare la zootecnia italiana dalla necessità di importare mangimi contaminati da OGM

Abbiamo ancora a disposizione oltre 17 miliradi di € da spendere, con priorità fino al 70% (Come realizzato in Inghilterra) per i Pagamenti Agroambientali all'Agricoltura Biologica (circa 12 miliardi di € disponibili) nel periodo 2010-2013

Ovvero... possiamo riconvertire quasi tutta l'Italia al Biologico.
Oggi, non domani.

Prof. Giuseppe Altieri, Agroecologo
Docente Ordinario di Fitopatologia, Entomologia, Agricoltura Biologica
Studio AGERNOVA - Servizi Avanzati per l'Agroecologia e la Ricerca
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